Il MuSa nasce nel 2015 nel complesso di Santa Giustina che originariamente ospitava un collegio dei Padri Somaschi fondato nel 1597. Dopo la soppressione dell’insediamento religioso e fino agli anni ’70 del ‘900 gli edifici sono stati destinati a uso scolastico.
Il percorso di visita inizia da una grande aula soppalcata che rappresenta il fulcro di tutte le attività (espositive, culturali, collaterali) e assolve alle funzioni di accoglienza, orientamento, bookshop e distribuzione dei diversi percorsi.
Il percorso museale, finalizzato al racconto della storia della città di Salò, procede nelle successive sale dei cinque piani, articolandosi in diverse sezioni espositive: dalla storia del sito si passa all’ Osservatorio meteo sismico, fondato proprio nell’ex convento somasco nel 1877 e tuttora operativo e la collezione di preparati anatomici di Giovan Battista Rini (1795-1856), episodio di grande rilevanza oltre i confini nazionali. L’età veneziana, quando la città ebbe il ruolo di capoluogo della Comunità di Riviera o Magnifica Patria è illustrata attraverso opere d’arte e documenti. Questa fu l’epoca anche di Gasparo da Salò, celebre liutaio e contrabbassista certamente la maggior gloria della città, cui è dedicato ampio spazio. Le raccolte illustrano attentamente le vicende salodiane seguite alla caduta di Venezia e al nuovo assetto napoleonico e quindi austriaco, il coinvolgimento nelle lotte risorgimentali, fino all’Unità e alle trasformazioni di inizio Novecento con la presenza di Gabriele d’Annunzio.
Un’importante sezione del MuSa è dedicata ai 600 giorni della Repubblica Sociale Italiana, inscindibilmente legata a Salò nella memoria collettiva.
Nel MuSa trova spazio anche l’esposizione di un’importante realtà salodiana, la Civica Raccolta del Disegno, nata nel 1983 per documentare la produzione grafica italiana del Secondo Dopoguerra, che nell’arco di tre decenni ha costituito un fondo di oltre 600 disegni, con fogli di grandissima qualità e rilevanza.
Al piano terra dell’edificio (quota strada) è inoltre visitabile la collocazione del Museo del Nastro Azzurro, allora a Palazzo Coen, che viene accorpato al MuSa ma mantiene la propria identità ed un ingresso autonomo.
Da marzo 2018 il MuSa ha inaugurato una nuova ala dedicata all' importante sezione del "Civico Museo Archeologico Anton Maria Mucchi", con significative testimonianze d' epoca romana che raccontano la storia millenaria di Salò e del lago di Garda in tale periodo. Preziosi reperti provengono dalla necropoli del Lugone di Salò, importante sito che dalla metà del I secolo d.C. è rimasto attivo per circa quattro secoli.
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